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di Giuseppe Longo

Non lo vedevo più da molti anni, ma di Sergio Sinicco conservo un bellissimo e grato ricordo. Lo avevo conosciuto quando era alla guida della Comunità montana Valli del Torre, ente tarcentino che frequentavo quale rappresentante del Comune di Nimis, una quarantina di anni fa, e proprio allora ebbi modo di apprezzarne la competenza, la dedizione alla cosa pubblica, lo slancio con sui seguiva e si appassionava ai problemi della “sua” montagna, quell’Alta Val Torre di cui era originario e nella quale tornerà per ricevere l’ultimo saluto. Sinicco viveva a Tavagnacco ed è scomparso, ottantaquattrenne, complice anche quel dolore che non era mai riuscito a rimarginare dopo la morte della sua amata Fiora. E proprio accanto a lei andranno a riposare le sue ceneri, nel cimitero di Monteaperta, dopo i funerali che saranno celebrati martedì, alle 10, nella parrocchiale di Lusevera.
Nato nel 1938 nella frazione di Micottis, si era formato professionalmente, come me, in quell’Istituto agrario di Cividale che proprio in quegli anni muoveva i suoi primi passi. E questo gli aveva consentito di ambire a un’ottima occupazione alle dipendenze dell’Assessorato regionale dell’agricoltura, quando alla sua guida era l’avvocato Antonio Comelli. Una professione che aveva ben presto intrecciato con la politica in quei primi anni Settanta che, con il terremoto, sconvolsero il Friuli e anche la sua Valle. Eletto primo cittadino per la Democrazia cristiana, aveva gestito gli anni cruciali della rinascita post-sismica e oggi anche lui è ricordato come “sindaco della ricostruzione”. Nel contempo, si era impegnato al massimo per la creazione di un importante ente comprensoriale, divenendo appunto fondatore e primo presidente della Comunità montana che riuniva Tarcento, Attimis, Faedis, Lusevera, Magnano in Riviera, Nimis, Povoletto e Taipana. Per tutti gli otto Comuni si era speso con grande disponibilità cercando di interpretarne con efficacia le aspirazioni di crescita e sviluppo. Successivamente aveva compiuto anche una importante esperienza quale consigliere e assessore della storica (e oggi cancellata) Provincia di Udine, rivestendo altri incarichi a livello regionale fino ad assumere, per ultimo, quello di responsabile dell’allora Istituto autonomo case popolari del capoluogo friulano.
Ma oltre che politico illuminato, Sergio Sinicco era anche e soprattutto “alpino”. Tenente di complemento del glorioso Ottavo, portava sempre con vero orgoglio il cappello con la penna nera distinguendosi in ogni attività che vedeva protagonista l’Ana friulana, della quale è stato anche primo responsabile del Gruppo Alta Val Torre, della cui rifondazione era stato il principale e convinto artefice. E proprio i “suoi” alpini, sicuramente in tanti, saranno martedì mattina a dargli l’estremo saluto, assieme alla gente di Lusevera che non ha dimenticato il suo esemplare impegno a favore della montagna e che ora vuole dirgli ancora “Grazie!”.

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In copertina, Sergio Sinicco con il suo inseparabile cappello di alpino.

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